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ANIMALI: UN DIRITTO VIOLATO


Animali maltrattati e abbandonati, mucche e maiali stipati in capannoni senza luce né aria, polli ingrassati smisuratamente e barbaramente macellati, cagnolini agghindati con vestitini luccicanti per il trastullo di capricciosi e piagnucolanti bambini. Questa è la realtà in cui versano tanti esseri del mondo animale nella nostra società; giocattoli e strumenti di un uomo che si crede al centro dell’universo, appartenente ad una specie superiore e per questo autorizzato a subordinare il mondo della natura ai propri bisogni e piaceri. Finalmente la Costituzione ha gridato contro tutto questo; con la modifica degli articoli 9 e 41 gli animali vengono riconosciuti a pieno diritto come enti da tutelare: la Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. E ancora dopo il secondo comma lo stesso articolo 9 definisce gli animali come esseri senzienti: “Gli animali sono esseri senzienti e la Repubblica ne promuove e garantisce la vita, la salute e un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche etologiche”. In realtà la modifica dell’articolo 9 si pone a coronamento di tutta una normativa antecedente emanata a tutela degli animali come la legge n.281 del 1991 sulla tutela dei cani randagi o la legge n.189 del 20 luglio 2004 sull’uccisione, il maltrattamento degli animali e l’organizzazione di spettacoli clandestini. Tuttavia è con l’articolo 9 che finalmente gli animali vengono considerati esseri sensibili che soffrono, provano sentimenti e affetti esattamente come noi e quindi titolari di diritti inviolabili. Ma se è così, come è possibile che ancora oggi si consentono in Italia gli allevamenti intensivi o più in generale non si rispetta l’etologia degli animali? Le logiche economiche e di mercato sembrano avere la meglio e se certamente noi come cittadini privati potremmo condizionarle in base alle nostre scelte, quello che ritengo sia effetivmente grave è il fatto che venga violata la legalità. Se la Costituzione afferma chiaramente che bisogna garntire agli animali un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche etologiche, bisognerebbe creare spazi adeguati e rispettare i nostri amici a quattro zampe. Altrimenti non avrebbe alcun senso la Costituzione in sé, che si ridurrebbe a una pura elencazione di leggi formali senza applicazione reale, quasi una sorta di insieme di gride da Seicento manzoniano.

Articolo di Grazia Clelia Ferrara

 
 
 

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