COS'È IN REALTÀ IL COMUNISMO E PERCHÉ VIENE DEMONIZZATO
- politicamenteit
- 2 apr 2022
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Quando si parla di comunismo, si intende per la maggior parte delle volte, un’unica corrente di pensiero con gli stessi ideali e fini; in realtà si nomina una una vasta gamma di movimenti completamente differenti tra di loro (marxismo, guevarismo, leninismo ecc.) che la maggior parte delle persone ignora.
Molte volte questa fazione politica viene vista come l’anti-società, finalizzata sulla famosa pluristereotipata frase: “Tutto è di tutti” e con l’aggiunta di “Pure il comunismo ha fatto morti, quindi perché non è illegale come il fascismo?”. Prima di rispondere a queste domande spieghiamo su cosa si basa questa dottrina, citando due dei padri del pensiero socialista: Karl Marx e Friedrich Engels.
Marx e Engels analizzano la storia come lotta di classe, sempre esistita e combattuta tra oppressi ed oppressori. I due sottolineano come questo contrasto non solo sia ancora presente nella moderna società borghese, ma che piuttosto si sia addirittura inasprito, poiché in seguito a grandi trasformazioni sociali connesse alla trasformazione del modello produttivo è animato da solo due grandi classi: la borghesia e il proletariato. La prima classe rivoluzionaria nel Basso Medioevo e all'inizio dell'età moderna, dopo aver annientato la struttura economica e politica allora esistente, ormai inadeguata e obsoleta, si consacrò come classe dominante a tutti gli effetti durante la rivoluzione industriale. La seconda, nata in seguito alla nascita del modello economico capitalistico, risulta essere quella oppressa, ma potenzialmente dominante.
Molte volte si cade nell’inganno delle famose “dittature comuniste” che di comunismo hanno poco e niente. Difatti la famosa URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) fondata inizialmente da Vladimir Lenin, ha avuto un tracollo totalitario completamente estraneo all’idea di società comunista. Perché parliamone, essa non è mai esistita. Tutti i famosi governi di “stampo socialista” sono nati da una rivoluzione (come prevede il marxismo-leninismo) ma che poi si sono arenati in una fase perenne di dittatura del proletariato, limitando molte libertà dei cittadini.
Infine, è sbagliato parlare di comunismo come qualcosa di uguale al nazifascismo. Dopo i dissapori creatasi tra il popolo nel primo dopoguerra, si fa strada una nuova corrente di pensiero: il fascismo. Il partito fascista di Benito Mussolini nasce dall’organizzazione dei Fasci italiani da combattimento il cui scopo era quello di eliminare tutti gli avversari politici. Dopo l’omicidio Matteotti, il partito acquisí una connotazione totalitaria che sancì l’inizio del Ventennio più oscuro della storia italiana.
La dittatura nazionalsocialista di Adolf Hitler invece, è venuta alla luce quando il Fhürer aveva accusato in malafede i comunisti di aver incendiato il Reichstag. (Parlamento tedesco). Dopo questo evento Hitler divenne Cancelliere tedesco col 44% dei voti e successivamente (come tutti noi ben sappiamo) uno dei dittatori più malvagi della storia.
Concludendo, si può essere d’accordo come no, ma il comunismo non è come la società capitalista ce lo descrive.
Articolo di Antonio Carnovale Scalzo
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