Il ministro Bianchi con il debito a gennaio
- politicamenteit
- 27 gen 2022
- Tempo di lettura: 2 min

Dopo un paio di settimane dal rientro tra banchi di scuola da parte degli studenti italiani, rientro fortemente voluto dal Ministro dell’istruzione Bianchi, si possono già fare dei bilanci che a mio avviso risultano in rosso. Da quando il sistema scolastico è tornato in presenza i casi di COVID-19 nelle scuole si sono moltiplicati e le classi in quarantena con positivi sono numerose.
La domanda sorge spontanea, perché non ascoltare quelli che si possono definire più “esperti” perché vicini a queste situazioni nel quotidiano (presidenti di regione, virologi e presidi ) e lasciare i ragazzi in Dad almeno fino a fine gennaio? Due sono le risposte a questa domanda: la prima riguarda strettamente l’ambito scolastico (I) mentre la seconda riguarda la storia intrinseca di questo nostro paese(II).
I. La preoccupazione di un ritorno alla Dad che attanagliava il ministro Bianchi era quella di lasciare nuovamente spazio ad una scuola non reale, filtrata da uno schermo. La realtà è però ben diversa perché se gli studenti fossero rimasti in didattica a distanza avrebbero rischiato in modo minore il contagio oltretutto viste le norme poco chiare e aggiungerei poco sicure per le scuole italiane. Il ministro ha però ha puntualizzato che “la scuola è un luogo sicuro” ed io mi chiedo quali istituti abbia visitato per arrivare a questa conclusione dato che nulla è stato fatto per mettere in sicurezza le scuole. I ragazzi da inizio pandemia convivono con finestre perennemente aperte, mascherine obbligatorie, Dad a singhiozzo e una totale assenza di purificatori ambientali che garantirebbero un corretto ricambio d’aria senza rischi di polmoniti per via dei venti gelidi invernali. Insomma, ora che la Dad poteva essere uno strumento veramente necessario e ancora una volta innovativo viene accantonata in modo dispregiativo.
II. Come sopra facevo notare la seconda risposta al quesito che riguarda la Dad può essere applicata a tutto quello che è accaduto in Italia negli ultimi cinquant’anni di storia. Il vero problema non è Bianchi ma la competenza: non fraintendetemi, non voglio dire che il ministro sia incapace ma noto ancora una volta che, nonostante, gli ‘esperti’ sconsigliassero la riapertura questa è avvenuta ugualmente. L’Italia, quindi, ha da sempre un problema con le competenze, chi è competente in materia non viene ascoltato e le decisioni vengono prese da inesperti o meglio incapaci a gestire le situazioni. Una cosa che mi sono sempre chiesto è: se uno fa il generale perché non diventa ministro della difesa? Se uno è medico perché non diventa ministro della salute? Ma soprattutto se uno non entra in una scuola da quando portava i pantaloni alla zuava come fa ad essere ministro dell’istruzione?
Ahimè credo che queste mie domande rimarranno senza risposta per sempre o almeno fino a quando qualcuno di competenza non saprà delucidarmi.
di Nicolò Codognotto
Comments