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Parlare di politica alle nuove generazioni: sogno o realtà?

Sicuramente sarà capitato almeno una volta, a quanti si occupano di politica, di ritrovarsi di fronte ad uditori più o meno confusi. È questa la più grande sfida dei giovani politici dei giorni nostri? Probabilmente sì, è una grossa sfida: ci sembra di parlare inutilmente ed agli occhi di chi ci vede sembrare fotocopie di un sistema politico già profondamente radicato nel tempo, ritrovarci a vestire i panni che sia nel 1967 il teologo tedesco, Joseph Ratzinger, sia precedentemente il filosofo danese Kierkegaard, hanno ben illustrato nel noto apologo del clown. In breve la storiella narra di un circo ambulante in cui presero fuoco le quinte, ed il pagliaccio, incaricato di chiedere soccorso non fu per nulla preso sul serio finché le fiamme non divamparono ovunque. Dunque il pagliaccio non fu preso sul serio solo perché indossava dei panni già visti e rivisti, un costume già radicato nelle menti e già formalizzato. Forse è questa la sfida: riuscire a parlare come i nostri uditori vorrebbero noi parlassimo. Ovviamente ciò comporterebbe un falso rinnovamento della scena politica che, come abbiamo visto con la caduta dei partiti tradizionali avvenuta nell'ultimo decennio del secolo scorso, altro non ha portato che dispersione e confusione. Dunque sarebbe il caso di rivalutare le storiche parole della politica? Ritornare forse ad essere uomini di partito e non più di poltrona? Forse è questo il rinnovamento di cui abbiamo bisogno: riuscire a riutilizzare al giorno d'oggi le parole degli scorsi uomini politici, dei nostri padri costituzionali. Riuscire a riscoprire ideologie concrete e non vaghe illusioni. Questa è la vera sfida!

 
 
 

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